27.05.2019 - "Invecchiamento della forza lavoro: rischio o opportunità?"

INVECCHIAMENTO DELLA FORZA LAVORO: RISCHIO O OPPORTUNITÀ?

COMUNICATO STAMPA

Milano, 27 maggio 2019 – Il tema dell’invecchiamento della forza lavoro si impone con urgenza alla luce dei cambiamenti demografici che il mondo occidentale (e l’Italia in particolare) sta affrontando: è questo l’intento che ha mosso il seminario di aggiornamento tenutosi oggi presso la sede dell’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Milano. Alla luce dell’articolata complessità del tema sono stati invitati a parlare professionisti di diversi ambiti, per poter guardare il tema sotto diversi punti di vista (tecnico, organizzativo, medico, sociale).

Il sesto rapporto della Fondazione Europea (2016) cita che nell’Europa27 in 10 anni la percentuale di lavoratori ultra cinquantenni è salita dal 24 al 35% e che oltre la metà dei lavoratori anziani abbandona prima dell’età di pensionamento obbligatorio. Sono soprattutto le patologie croniche invalidanti a determinare un calo nella capacità di rispondere al carico di lavoro richiesto. I lavoratori affetti da una malattia cronica (patologie muscolo-scheletriche, mentali e cardiovascolari) presentano più problemi nello svolgere il proprio lavoro e maggiore necessità di supporto da parte dei supervisori e colleghi.

Tali patologie colpiscono 4 italiani su 10, nel 2018 hanno colpito 24 milioni di persone, tra i quali 12,5 milioni presentano multi-cronicità: nel 2028 le persone colpite saranno un milione in più. Questi aspetti sono stati evidenziati da Patrizia Santucciu, della Direzione regionale INAIL Lombardia, che ha offerto un inquadramento generale del fenomeno dell’invecchiamento della popolazione lavorativa italiana presentando i dati statistici INAIL nonché i risultati di uno studio finalizzato a fotografare la percezione della problematica su un campione di imprese lombarde, oltre che da Roberto Moretti, medico del Lavoro ATS Bergamo, che ha illustrato come il miglioramento degli stili di vita individuali consente in generale di prevenire le malattie croniche degenerative e di fronteggiare una riduzione della capacità lavorativa (per limitazioni funzionali e invalidità) oltre che permettere di mantenere condizioni di buona salute fino al pensionamento.

Prognosticare e posticipare il manifestarsi di malattie invalidanti nel lavoratore porta a dare maggior peso alle pratiche di gestione del fattore età all’interno delle organizzazioni. Nel corso della giornata di studio è stata pertanto più volte sottolineata l’importanza della prevenzione per un lavoro sostenibile per il lavoratore che invecchia.  Ne emerge che occorre ricercare buone condizioni di lavoro che possano anche contribuire nel mantenere uno stato di salute idoneo, soprattutto se instaurate fin dalle età più giovani. La necessità di un approccio di sistema è stata ricordata da Tiziana Vai, medico del lavoro dell’ATS Milano Città Metropolitana e membro del gruppo CIIP “Invecchiamento e lavoro” – che ha illustrato i contenuti dell’Aging E-Book, frutto dell’impegno di operatori ed esperti addetti alla prevenzione. Sono ancora rari gli strumenti pratici di valutazione a disposizione dei tecnici che tengano conto della gestione dell’età come elemento di diversità e durante il suo intervento la dottoressa VAI si è soffermata sugli strumenti operativi proposti nell’E-book.

Intervenire sull’ambiente di lavoro prima che sull’individuo permette di eliminare all’origine i rischi di danni all’impiegabilità del lavoro, anche e non solo per i lavoratori più anziani. Anche Andrea Burlini, dell’Area Salute e Sicurezza del Lavoro di Assolombarda Confindustria Milano Monza e Brianza, ha illustrato quali sono i passi fondamentali per realizzare tali interventi, volti alla prevenzione e tutela della salute del lavoratore, partendo dalla valutazione e dall’analisi dei fattori di rischio fino all’adozione di misure specifiche, soffermandosi sui possibili strumenti a supporto delle aziende, quali l’introduzione di nuove tecnologie (soluzioni per l’automazione dei processi offerte da industria 4.0), il lavoro agile e progetti volontari di Workingplace Health Promotion, per la promozione di stili di vita più salutari e il miglioramento della qualità complessiva del lavoro.

Si è parlato anche di esperienze industriali positive italiane, dove una corretta conduzione del processo di valutazione dei rischi con attenzione all’età, la riprogettazione ergonomica dei posti di lavoro, l’individuazione di buone prassi e la rivisitazione dei protocolli di sorveglianza sanitaria per i lavoratori over 50 hanno generato un incremento di produttività e una diminuzione dell’assenteismo. Maurizio Costa, Consigliere dell’Ordine degli Ingegneri di Monza e Brianza, ha ricordato i casi virtuosi del Gruppo Sammontana e di Tarkett, ed evidenziato le soluzioni innovative offerte dalla nuova rivoluzione industriale (cobot ed esoscheletri) a servizio dei lavoratori. A parlare dell’importanza dell’approccio ergonomico e di benessere organizzativo è stato anche Carlo Zamponi, docente a contratto presso l’Università degli Studi di L’Aquila. L’approccio ergonomico è fondamentale per ridurre la movimentazione manuale dei carichi, ma più in generale ha dimostrato come una riprogettazione del posto di lavoro garantisce una maggiore sostenibilità del lavoro a tutte le età.

Sergio Vianello e Stefania Chiesa, membri della Commissione Sicurezza e Igiene del Lavoro e Cantieri OIM, hanno invece parlato della loro esperienza nel settore delle costruzioni, dove numerosi aspetti rendono necessaria una riflessione circa lo stato di salute dei lavoratori, soprattutto sul lungo periodo.

Infatti, l’elevata manualità, l’esposizione a lavori in quota, la presenza di polveri, rumore, sforzi biomeccanici e l’assunzione di posture incongrue mettono a rischio la produttività e la sicurezza del lavoratore maturo.

Un altro elemento che necessità attenzione riguardo al fenomeno dell’invecchiamento della forza lavoro riguarda le difficoltà legate a un mondo del lavoro in continua evoluzione che richiede un aggiornamento permanente delle competenze e delle conoscenze.

Barbara Quartiani, psicologa del lavoro, ha sottolineato quanto la motivazione cambi nel lavoratore adulto e ha delineato possibili strategie utili a garantire una maggiore sicurezza in ambito lavorativo e strumenti da utilizzare per indurre i lavoratori maturi a continuare a formarsi al fine di tutelare la salute e la sicurezza in ambito lavorativo. Pratiche di age management implementate nelle aziende come strumento di gestione delle risorse umane centrate sul lavoratore e non solo sul fattore età possono far fronte alle sfide poste dal processo di cambiamento demografico in atto sostenendo in modo permanente la qualità di invecchiamento al lavoro, come ha illustrato Emma Garavaglia, ricercatrice del Dipartimento di Sociologia e Ricerca Sociale dell’Università di Milano Bicocca.

 

Ufficio stampa Ordine degli Ingegneri della Provincia di Milano

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